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Quando si parla di risarcimento danni spesso si sentono nominare i termini “danno emergente” e “lucro cessante”. Si tratta di due concetti differenti che insieme costituiscono il danno patrimoniale, nella fattispecie quella forma di danno che colpisce i soggetti sul versante economico-patrimoniale.
Danno emergente: una definizione
La definizione di danno emergente potrebbe essere “la perdita economica causata al patrimonio del creditore per via della mancata, errata o ritardata prestazione da parte del debitore”. Per esempio: nel caso di un meccanico che, svolgendo male il proprio operato, costringe il cliente a richiedere un ulteriore intervento, il “danno emergente” è la spesa sostenuta per la seconda operazione. È possibile trovarsi davanti a danno emergente a prescindere dal rapporto contrattuale; ne sono un esempio gli incidenti stradali, in cui viene considerato danno emergente il costo delle riparazioni dell’auto.
Il calcolo del lucro cessante
Per il calcolo del lucro cessante necessita prima darne una definizione. Il lucro cessante fa riferimento ad una situazione futura: si tratta di una perdita di possibilità di guadagno del creditore a causa del mancato utilizzo della prestazione dovuta dal debitore. Per esempio: nel caso di un fornitore che non consegna la merce nei tempi stabiliti, impedendo di fatto all’azienda di usufruire di un prodotto ordinato, il mancato guadagno viene definito “lucro cessante”. Trattandosi di una situazione futura risulta difficile calcolarne l’ammontare. Necessita dell’accertamento del nesso causale tra evento e danno, perché il mancato guadagno deve essere una conseguenza diretta e immediata del fatto. Dopo tale accertamento si procede alla quantificazione del danno che, molto spesso, avviene con criterio equitativo.
Danno emergente e lucro cessante sono soggetti a tassazione?
La domanda che spesso ci si deve porre è se danno emergente e lucro cessante sono soggetti a tassazione o meno. Dei due componenti del danno patrimoniale, l’unico ad essere tassato è il lucro cessante. Come mai? La spiegazione è semplice: tale risarcimento viene dato a fronte di una perdita futura di reddito che, non appena percepito, sarebbe stato anche tassato. Per questo motivo viene tassato il risarcimento che prende il posto del mancato guadagno.