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Potrebbe capitare anche a te: la compagnia assicurativa ti propone un indennizzo di assicurazione molto più basso rispetto ai calcoli che avevi fatto. Cosa fai? Potresti aver ragione e potresti quindi rifiutarla. Infatti come previsto dall’articolo 148 del codice delle assicurazioni private ( comma 2), l’assicurazione è tenuta a fare una proposta alla vittima dell’incidente stradale proporzionale al danno subìto, ma poi (come indicato nel comma 6 dello stesso articolo) ci può essere un rifiuto per il risarcimento dell’assicurazione da parte del danneggiato. Vediamo allora che cosa puoi e devi fare per far valere il diritto risarcitorio per i danni subìti, siano essi fisici o materiali (legati al veicolo incidentato).
Cosa fare se l’assicurazione paga meno del preventivo
Innanzitutto partiamo dal principio generale: in caso di contestazione della liquidazione dell’assicurazione la compagnia deve comunque risarcire la parte lesa entro 15 giorni, un importo che viene considerato come un acconto sulla liquidazione di un danno maggiore. Se, invece, il soggetto danneggiato accetta la compagnia ha solo 15 giorni di tempo per effettuare il pagamento dell’indennizzo e il danneggiato deve rilasciare una quietanza liberatoria in cui dichiara di aver ricevuto il risarcimento e di non avere diritto ad altri indennizzi. In questo modo la compagnia assicurativa vuole accertarsi che in futuro non ci siano altre “pretese” di tipo economico e al contempo l’incidentato ottiene subito il risarcimento assicurativo.
Come dimostrare di aver diritto ad un risarcimento di importo maggiore
Cosa puoi fare allora concretamente per dimostrare che hai diritto ad una somma maggiore di quanto preventivata dall’assicurazione? Puoi mostrare i documenti che attestano i danni fisici subìti, come certificati medici, referti di esami e visite specifiche fatte a seguito del sinistro, farmaci assunti e terapie seguite per curare le lesioni riportate. Tutta questa documentazione infatti servirà al perito medico-legale che potrà quantificare i danni che hai patito e considererà anche il tempo che ti è servito per riprenderti totalmente, stabilendo così l’invalidità. Ovvero, si parla di invalidità temporanea se il danneggiato è stato impossibilitato a svolgere le sue attività quotidiane a causa dell’incidente (come impossibilità di lavorare per ricovero in ospedale, ingessatura etc) mentre è permanente se i danni subìti sono stati irreversibili. Anche in questo caso, ovviamente, il punteggio di invalidità non viene determinato in maniera soggettiva dal perito ma sulla base di tabelle in cui sono specificati parametri numerici da usare per quantificare l’entità del danno e di conseguenza determinare l’importo dell’indennizzo assicurativo. Per esempio per le microlesioni i punti percentuali di invalidità vanno da 1 a 9 mentre per quelli di grave entità (le cosiddette macrolesioni) sono oltre i 9 punti.
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